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Ange-Yoan Bonny parla del suo rapporto con Pio Esposito e l’esperienza all’Inter
Il talento emergente dell’Inter Ange-Yoan Bonny si racconta, tra amicizie nello spogliatoio e l’emozionante esperienza a San Siro.
Il giovane attaccante Ange-Yoan Bonny ha attirato l’attenzione dei tifosi dell’Inter con le sue recenti prestazioni e le sue dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport. Con l’attuale allenatore Christian Chivu alla guida della squadra, Bonny ha condiviso le sue esperienze, sottolineando il suo processo di adattamento all’ambiente nerazzurro. L’intervista esplora diversi aspetti della vita del giovane calciatore, dalle emozioni provate nel celebre stadio di San Siro al suo rapporto con i compagni di squadra, tra cui Lautaro Martinez, Marcus Thuram e Pio Esposito.
Il primo incontro con Pio Esposito e l’importanza della coesione tra giovani talenti
Un anno fa, Bonny ha incontrato per la prima volta Pio Esposito durante una partita tra le Nazionali Under 21 di Italia e Francia, terminata 2-2. Entrambi i giocatori sono entrati dalla panchina, ma è stato sufficiente per instaurare un forte legame. Bonny descrive la loro amicizia come basata su una comprensione reciproca: “teniamo gli occhi apertissimi, ma le orecchie chiuse”, un modo per migliorare costantemente senza farsi distrarre dalle critiche esterne. Questo gruppo di giovani talenti, che include anche nomi come Sucic, Bisseck e Luis Henrique, rappresenta una nuova generazione di calciatori pronti a scoprire il mondo insieme. L’armonia nello spogliatoio è palpabile, un fattore che potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro dell’Inter.
La gestione della pressione e la maturità di Pio Esposito
La pressione di giocare per una squadra prestigiosa come l’Inter è notevole, specialmente per un giovane come Pio Esposito. Bonny riconosce che in Italia l’attenzione su Esposito è alta, ma elogia la sua capacità di rimanere sereno sotto i riflettori. Nonostante le aspettative, Esposito non si lascia influenzare e mantiene un atteggiamento umile. Bonny afferma: “non è cambiato, né a lui né a me piace fare i fenomeni”. Questo atteggiamento riflette una maturità rara in un giovane talento, un attributo che potrebbe facilitare il suo sviluppo e successo futuro nel calcio professionistico.
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