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Agresti: “Ritenere che l’Inter abbia meno possibilità di vincere rispetto alla Juve è spericolato”
Il giornalista Stefano Agresti non ha particolari dubbi sulla reale forza della squadra nerazzurra.
Stefano Agresti sulla Gazzetta dello Sport ha commentato minuziosamente le ultime dichiarazione di Beppe Marotta. “Sostiene Marotta che la Juve è la favorita perché – rispetto alle concorrenti – non ha le coppe. Pensiamo anche noi che questo sia un grande vantaggio. La Champions dà stimoli, gloria e soldi, però toglie molto altro; Europa League e Conference, benché la concorrenza sia di livello tecnico inferiore, pesano ancora di più perché si gioca il giovedì e le trasferte sono spesso assai disagevoli. Per tutto questo all’inizio della stagione abbiamo inserito la Juve tra le candidate più autorevoli allo scudetto”.
Segnali confortanti e non dei nerazzurri
“Ritenere oggi che l’Inter abbia meno possibilità di vincere lo scudetto rispetto alla Juve è un esercizio abbastanza spericolato, a meno che non lo si faccia con l’obiettivo di rinviare la palla in campo avverso, come dicevamo: la responsabilità è tua, caro Max, gestiscila. I nerazzurri in queste prime giornate hanno ricevuto segnali davvero confortanti da molti dei loro nuovi calciatori: da Pavard a Sommer, da Frattesi a Carlos Augusto, per non dire di Thuram. I veri dubbi riguardano l’attacco di scorta, perché Arnautovic e Sanchez sono avanti con gli anni e con gli acciacchi, ma complessivamente quello nerazzurro sembra l’organico più affidabile e meno lacunoso del campionato. Meglio del Milan, forse, che gioca un gran bel calcio ma ha alternative ai titolari inferiori rispetto ai nerazzurri; meglio del Napoli, che sta soffrendo a digerire Garcia e ora ha perso anche Osimhen, il suo campione più importante”.
Messaggi chiari
“In fondo l’ha detto lo stesso Marotta nell’intervista: questa è l’Inter più completa tra le cinque che lui ha costruito. Com’è dunque possibile che la collochi alle spalle della Juve nella corsa allo scudetto? Anche se si potrebbe discutere pure su questa affermazione del dirigente nerazzurro. Conte, ad esempio, alla sua seconda stagione aveva una squadra stellare, nella quale brillavano Lukaku e Hakimi (non a caso l’estate successiva portarono nelle casse del club quasi duecento milioni in due, un po’ dal Chelsea e un po’ dal Psg). Forse quella di oggi dispone di riserve – chiamiamole così – migliori, ma non sembra la squadra più forte dell’ultimo lustro. Anche in questo caso, però, il messaggio di Marotta è chiaro: caro Inzaghi, riportaci lo scudetto o sono guai”.
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