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La Supercoppa Italiana non si giocherà più a Riyad e Milan-Como non sarà in Australia
Le dinamiche dietro alle scelte organizzative della Lega Serie A per la Supercoppa Italiana e la sfida Milan-Como.
Ezio Simonelli, presidente della Lega Serie A, ha recentemente fornito importanti chiarimenti riguardo alle prossime edizioni della Supercoppa Italiana e alla controversa decisione di non disputare la partita tra Milan e Como in Australia. Queste dichiarazioni sono state rilasciate nel pre partita della finale di Supercoppa Italiana tra Napoli e Bologna, durante un’intervista a Mediaset. Le sue parole offrono uno spaccato sulle complesse dinamiche che regolano l’organizzazione di eventi calcistici di alto profilo.
La Supercoppa Italiana: un ritorno alle origini?
Nel corso dell’intervista, Simonelli ha spiegato che il prossimo anno la Supercoppa Italiana non si terrà a Riyad, a causa della concomitanza con la Coppa d’Asia. Questo cambiamento potrebbe portare la competizione a ritornare al suo formato originario, con una “sfida unica”. Questa decisione sottolinea l’importanza di mantenere viva la tradizione calcistica italiana, nonostante il successo ottenuto nelle edizioni passate svolte all’estero. Simonelli ha sottolineato che “i risultati sono stati sempre positivi”, ma il vincolo della sede asiatica ha rappresentato un ostacolo per il prossimo anno.
Milan-Como: difficoltà logistiche e finanziarie
Simonelli ha poi affrontato la questione della partita tra Milan e Como in Australia. Inizialmente, la Lega aveva accettato l’idea di giocare all’estero, nonostante la presenza di arbitri asiatici, considerata come un “boccone amaro”. Tuttavia, ulteriori richieste avanzate dall’AFC e dalla federazione australiana, riguardanti coperture finanziarie, sono state giudicate “inaccettabili”. La necessità di garantire queste coperture ha portato la Lega a ritirarsi dal progetto. Simonelli ha concluso che la partita si giocherà a San Siro, in una data che sarà stabilita in base ai playoff di Champions League e alla disponibilità post-Olimpiadi, con un’attesa fino al 31 gennaio.
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