Notizie
Acerbi, ancora scandalo razzismo: Inter sconvolta

Sembra passata un’eternità dall’ultimo scandalo che aveva coinvolto Francesco Acerbi, ma ora l’Inter deve fare nuovamente i conti con il razzismo.
Certe storie non finiscono mai davvero, e quella tra Francesco Acerbi e l’episodio con Juan Jesus ne è un esempio lampante. Era il marzo del 2024, allo stadio San Siro, durante Inter-Napoli. Un contrasto acceso, uno scambio di parole, poi il gesto del difensore nerazzurro che avrebbe acceso una bufera destinata a travolgere anche la Nazionale italiana. Il brasiliano del Napoli accusò Acerbi di avergli rivolto frasi a contenuto razzista: accuse immediate, esplose davanti alle telecamere e destinate a fare il giro d’Europa. Il giocatore dell’Inter negò fermamente, spiegando che si era trattato di un fraintendimento, ma la gravità del caso portò la FIGC ad agire con prudenza. Poche ore dopo, arrivò la decisione: Acerbi lasciò il ritiro azzurro per “motivi di serenità”, in attesa degli accertamenti.
Fu una scelta condivisa con l’allora commissario tecnico Luciano Spalletti, che cercò di evitare ulteriori tensioni in un momento delicato per il gruppo. Da allora, la posizione del difensore restò in bilico: se da una parte c’era la volontà di lasciarsi tutto alle spalle, dall’altra il peso mediatico di quell’episodio segnò profondamente la sua immagine. Le indagini successive esclusero sanzioni disciplinari dirette, ma l’ombra di quella giornata restò. E anche quando la giustizia sportiva archiviò il caso, la percezione pubblica non si cancellò mai del tutto. Acerbi, da uomo di carattere, non cercò alibi ma rimase ferito dall’ondata di sospetti e dal modo in cui la vicenda era stata gestita. Da lì iniziò un rapporto complicato con la maglia azzurra, fatto di convocazioni mancate, scelte tecniche e, più tardi, rifiuti espliciti.
Spalletti riapre il caso Acerbi: “Ha ritirato fuori Juan Jesus, la verità è un’altra”
A distanza di oltre un anno, l’episodio è tornato prepotentemente d’attualità. Nel corso del Festival dello Sport di Trento, l’ex commissario tecnico Luciano Spalletti è tornato a parlarne con parole che hanno riaperto la ferita. Il tecnico toscano ha spiegato che il punto di rottura con Acerbi non nacque tanto da motivi tattici, quanto da una questione di responsabilità e comunicazione. “Sono sempre di più quelli che trovano delle scusanti o delle motivazioni per non assolvere i propri impegni e per non prendersi delle responsabilità importanti. Sono sempre meno quelli che ci mettono la faccia”, ha dichiarato Spalletti, riferendosi al rifiuto del difensore di rispondere alla convocazione per le sfide contro Norvegia e Moldova. L’ex tecnico della Nazionale ha ricostruito la vicenda in modo dettagliato: “C’è una pre-convocazione, lui aderisce e il giorno prima della convocazione lo chiamo. Gli dico che il campo ha parlato e che lui era ancora uno dei più forti. Mi risponde che gli fa piacere e che verrà. Poi, dopo qualche giorno, mi manda un messaggio: ‘Io non vengo più’”.
Lo svolgimento della cosa è andato diversamente da quello che racconta – ha proseguito l’ex CT – L’ho chiamato, e ha ritirato fuori l’episodio di Juan Jesus. Parole che rivelano delusione, ma anche un certo senso di amarezza. Se lui si è creato un’assoluzione per non avere responsabilità di quello che è successo, sono contento per lui, ma la cosa è andata diversamente – ha aggiunto Spalletti, chiarendo così la sua versione dei fatti. Per l’allenatore toscano, oggi lontano dalla panchina azzurra, quell’episodio rappresenta ancora una macchia nella sua esperienza da commissario tecnico. Una frattura umana prima ancora che sportiva, nata da una vicenda controversa e mai davvero risolta. E così, a distanza di mesi, la storia di Acerbi e Juan Jesus torna a ricordare quanto, nel calcio moderno, le parole possano pesare più dei falli, e i silenzi – a volte – ancora di più.
Riproduzione riservata © - NI
