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Bufera Inter, saluta Milano: Marotta non perdona
La gara contro il Sassuolo ha regalato una boccata d’ossigeno all’Inter, ma Beppe Marotta ha annunciato un possibile addio che scuote la Serie A.
Dopo il prezioso successo in Champions League contro l’Ajax, l’Inter ha finalmente ritrovato i tre punti anche in campionato. Allo stadio Meazza, i nerazzurri hanno piegato il Sassuolo per 2-1 grazie alle reti di Federico Dimarco e Carlos Augusto, in un match che ha mostrato segnali di ripresa sul piano caratteriale e tattico. Una vittoria fondamentale per la squadra di Cristian Chivu, che arrivava da un periodo non semplice: appena 3 punti raccolti nelle precedenti tre giornate di Serie A, con prestazioni altalenanti e critiche montanti. La sfida con i neroverdi ha invece certificato una squadra capace di soffrire ma anche di reagire, trovando finalmente continuità dopo il brillante debutto europeo. Per Chivu si tratta di una boccata d’ossigeno, sia per la classifica sia per lo spogliatoio, chiamato a ritrovare certezze e fiducia in vista dei prossimi impegni.
Al di là del campo, però, l’ambiente Inter sta vivendo un periodo particolare. Le vicende extra sportive continuano a rubare la scena, con la tifoseria che da settimane esprime malumori interni e la questione legata alla vendita dello stadio di San Siro che torna ciclicamente a dominare le cronache. L’impianto, cuore pulsante del calcio milanese, è al centro di un dibattito politico e sportivo che rischia di incidere anche sul futuro delle due società cittadine. Proprio su questo tema, nel prepartita con il Sassuolo, il presidente nerazzurro Beppe Marotta ha sganciato una vera e propria bomba in diretta TV, aprendo scenari che sembravano impensabili fino a qualche mese fa.
Marotta scuote Milano: “Potremmo anche lasciare la città”
Intervenuto poco prima del calcio d’inizio, Beppe Marotta ha parlato senza mezzi termini della situazione legata alla vendita di San Siro. Dopo che la Giunta comunale di Milano ha approvato la delibera per la cessione dello stadio a Inter e Milan, in attesa delle commissioni e del voto finale del Consiglio, il dirigente ha espresso tutta la sua amarezza: “Da uomo di calcio assisto a uno scenario un po’ imbarazzante. Ritengo che il calcio e lo sport a Milano siano messi da parte. Se non riusciamo ad avere i criteri per organizzare la finale di Champions League qui a San Siro, se l’impianto non è stato promosso tra gli stadi di Euro 2032… tutto questo perché si è creato un dibattito politico in cui sono intervenuti anche politici di 30 anni fa, molto conservativi e poco innovativi”.
Parole dure, che mettono in evidenza il rischio di perdere terreno rispetto ad altre città europee. Marotta ha poi rincarato la dose: “Inter e Milan sono due eccellenze e hanno un’urgenza di avere un proprio stadio. Se non si riuscisse a risolvere la questione nel Comune di Milano, entrambe le società sarebbero costrette ad andare altrove, e questa è una cosa che non fa bene alla città”. Nonostante la critica frontale, il presidente nerazzurro ha voluto chiudere con una nota di ottimismo, lodando il lavoro del sindaco Giuseppe Sala e auspicando che il buon senso prevalga. Tuttavia, l’avvertimento è chiaro: senza una soluzione rapida e concreta, San Siro potrebbe davvero diventare il simbolo di un’occasione persa per l’intero calcio italiano.
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