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Inter allibita, Chivu non conta più niente: lo ha ammesso in diretta

La vittoria dell’Inter ha messo a tacere tutti i dubbi sulle capacità gestionali di Cristian Chivu, ma nonostante questo il peso del tecnico rumeno è molto ridimensionato.
La risposta dell’Inter al Napoli è stata immediata e fragorosa. Se i campioni d’Italia avevano aperto il campionato con autorità vincendo a Reggio Emilia, i nerazzurri hanno scelto la strada dello spettacolo a San Siro: 5-0 al Torino di Marco Baroni, una vittoria che sa tanto di manifesto tecnico e psicologico per la squadra di Cristian Chivu. Il tecnico rumeno, all’esordio in panchina con l’Inter maggiore, ha visto sorridere non solo il risultato, ma anche i protagonisti. In gol c’è andato anche Bonny, attaccante che Chivu conosce bene per averlo avuto al Parma, e che a Milano sembra già a proprio agio. La partita, però, è stata anche il palcoscenico per confermare la solidità della coppia Thuram–Lautaro Martínez, ancora una volta padrona dell’attacco nerazzurro.
Giocate, pressing alto, intesa perfetta: il pacchetto offensivo ha risposto con personalità a chi dubitava della tenuta dopo un mercato in entrata meno scintillante del previsto. L’Inter non ha stravolto la rosa, ha atteso le ultime settimane di mercato e ha fatto i conti con trattative infinite, ma la squadra ha mostrato una struttura solida e già competitiva. Una risposta non da poco, soprattutto in un’estate in cui la dirigenza è stata più volte accusata di immobilismo. Chivu, invece, ha dimostrato di saper gestire un gruppo già rodato e di avere le idee chiare: il campo, almeno per ora, lo sta premiando. C’è un nodo però che è difficle da dirimere secondo Chivu, così come è opinione di molti suoi colleghi.
Serie A, il malessere degli allenatori: “Mercato aperto? È uno scandalo”
Ma mentre l’Inter vola, un’altra questione continua a serpeggiare nel calcio italiano: il calciomercato aperto a campionato già iniziato. Una prassi che non piace agli allenatori e che rischia di minare la serenità dei gruppi. Cristian Chivu, nella conferenza stampa alla vigilia di Inter–Torino, non ha usato giri di parole: “Quello che pensiamo noi allenatori su questo vale poco, sono regole imposte dalla UEFA e dalla FIFA… fare l’allenatore vuol dire anche saper gestire certi momenti, certi giocatori. Un grande allenatore mi diceva che il momento più facile per noi tecnici è il campo, il difficile è tutto il resto. Bisogna saper prevenire, credo, tutte queste incognite che possono presentarsi a mercato aperto”.
Un tema caldo, condiviso da altri colleghi. Vincenzo Italiano, oggi al Bologna, aveva alzato la voce: “La mattina della partita ci sono calciatori al telefono con i procuratori, alcuni non vogliono giocare. Non può esistere una cosa del genere”. Sulla stessa linea Igor Tudor, tecnico della Juventus: “Per me sarebbe normale chiudere una settimana prima di cominciare la stagione”. Parole che riecheggiano quelle di Maurizio Sarri, che già nel 2023 definì la situazione senza mezzi termini: “Giocare col mercato aperto è uno scandalo”. Un coro trasversale, che mette in evidenza come il tema non sia legato solo al rendimento sportivo, ma alla gestione psicologica e mentale di spogliatoi spesso destabilizzati da voci e trattative. E mentre il campo continua a dare spettacolo, il vero avversario di molti allenatori resta il calendario del mercato.
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