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L’acquisto cambia i piani di Chivu: due big finiscono fuori
Dopo settimane di silenzio e immobilismo, il nuovo acquisto ha messo in serie difficoltà Cristian Chivu, ora costretto a fare due scelte dolorose.
Dopo settimane in cui il mercato sembrava aver tirato il freno, ad Appiano Gentile è tornato il rombo dei motori. Giuseppe Marotta, con la consueta freddezza e riservatezza, ha chiuso un’operazione importante sotto traccia: Andy Diouf è un nuovo giocatore dell’Inter. Nessun clamore, nessun teaser, nessuna trattativa sotto i riflettori: il centrocampista francese sbarcherà a Milano per 20 milioni di euro più 5 di bonus, legandosi al club nerazzurro con un contratto fino al 2030. Un colpo muscolare e strategico, che rientra nel piano tecnico tracciato da Cristian Chivu per la sua prima stagione sulla panchina nerazzurra. Il nuovo allenatore ha chiesto un centrocampista fisico, capace di garantire copertura e intensità nella nuova linea a due del centrocampo, funzionale al passaggio dal 3-5-2 al 3-4-1-2. E Diouf, reduce da ottime prestazioni con la Francia olimpica e protagonista in Ligue 1, è il profilo giusto per completare la metamorfosi.
L’arrivo del francese, però, non sarà indolore per gli equilibri interni. A centrocampo la concorrenza è altissima: sette uomini per due posti. Nessuna gerarchia fissa, nessun nome intoccabile. Chivu ha già fatto sapere che la maglia da titolare andrà conquistata sul campo, settimana dopo settimana. Saranno premiati forma, disciplina tattica e mentalità, non certo i titoli vinti o il numero di followers. In un’Inter sempre più orientata verso il rendimento e la sostenibilità, ogni centimetro sarà guadagnato con il sudore.
Diouf inguaia Chivu, che fine faranno Calhanoglu e Mkhitaryan
Proprio questa logica meritocratica rischia di rivoluzionare lo scacchiere nerazzurro. L’inserimento di Diouf nella rotazione costringerà due senatori a guardarsi alle spalle: Hakan Calhanoglu e Henrikh Mkhitaryan. Due colonne dell’era Inzaghi, due uomini chiave nei recenti successi, ma oggi potenzialmente in discussione. Il turco, regista della passata stagione, potrebbe trovarsi meno a suo agio nel centrocampo a due, dove servono gambe e recupero palla più che geometrie pure. Diouf, in questo senso, offre un impatto fisico che Calhanoglu non ha mai garantito appieno. Quanto all’armeno, con l’avanzamento di Davide Frattesi nel ruolo di trequartista (funzione in cui Chivu lo vede perfettamente), rischia di perdere minutaggio in una posizione che era ormai diventata la sua comfort zone.
A completare il reparto ci sono anche Barella, intoccabile per qualità e corsa, Zielinski, jolly tecnico di grande affidabilità, e Sucic, ancora da valutare ma potenzialmente utile in più contesti. Un centrocampo da grandi numeri, ma con equilibrio precario. La sensazione è che Chivu userà tutte le opzioni, alternando moduli (3-4-1-2 o 3-5-2) a seconda degli avversari e dello stato di forma. Ma il messaggio è chiaro: nessuno è sicuro del posto. Nemmeno i big.
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