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Capello riflette su Inter: cosa manca per colmare il vuoto in bacheca?

L’analisi di Fabio Capello sulla stagione nerazzurra.
Nel corso di un’intervista con La Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha fornito una visione approfondita e critica della recente stagione dell’Inter sotto la guida di Chivu. L’ex tecnico ha riflettuto con attenzione sui punti di forza e debolezza della squadra, ponendo l’accento sulle sfide incontrate in campionato rispetto alle prestazioni in campo europeo. Capello ha sottolineato l’importanza delle partite di Champions League contro Bayern Monaco e Barcellona, definendole momenti memorabili per i tifosi nerazzurri, pur riconoscendo le difficoltà incontrate in Serie A.
Le critiche di Capello alla gestione del campionato e alla continuità della squadra
Secondo Capello, l’Inter ha manifestato discontinuità durante le partite di campionato, spesso mostrando due volti nella stessa gara. Ha citato esempi di match in cui la squadra ha dominato nella prima fase per poi calare, come accaduto contro Parma, Lazio e Udinese. Questa mancanza di continuità avrebbe portato a perdere punti cruciali. Capello ha osservato che, mentre in Champions League si è vista una “rabbia agonistica” evidente, in Serie A mancava la stessa intensità. La stanchezza accumulata dai giocatori, soprattutto nel contesto del Mondiale, ha avuto un ruolo significativo, limitando le loro prestazioni durante alcune partite chiave.
Il futuro dell’Inter e il ruolo dei giovani talenti
Capello ha anche apprezzato il contributo di alcuni giocatori chiave, come Barella e Lautaro, e ha notato un cambio di mentalità tra i giovani, tra cui Pio Esposito e Carboni. Ha sottolineato che questi giovani rappresentano una speranza per il futuro del club, nonostante le difficoltà climatiche che hanno influenzato alcune partite. Riguardo al caso Lautaro-Calhanoglu, Capello ha suggerito che tali questioni dovrebbero essere risolte internamente, enfatizzando l’importanza della comunicazione diretta tra i compagni di squadra. Infine, ha espresso la sua opinione su Hakan Calhanoglu, definendolo “il Rodri dell’Inter” e un giocatore fondamentale per la squadra.
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