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Carlos Augusto alza l’attenzione prima del Fluminense e poi indica le tantissime novità portate da Chivu

Carlos Augusto si prepara alla sfida contro il Fluminense con grande determinazione. Tra riflessioni tattiche e stimoli personali, parla anche di Esposito.
Manca poco al debutto dell’Inter agli ottavi di finale del Mondiale per Club contro il Fluminense, ma in casa nerazzurra la concentrazione è già altissima. Carlos Augusto, tra i più coinvolti emotivamente dalla sfida per le sue origini brasiliane, ha parlato alla Gazzetta dello Sport con parole chiare: “Sarà speciale per me, immagino lo stesso per Luis Henrique. Conosciamo il Fluminense e sappiamo cosa ci aspetta: sarà una partita molto difficile, quanto o più del River”. Nella mente di Carlos c’è una convinzione precisa: la squadra dovrà restare compatta e pronta a gestire qualsiasi scenario. “Ho detto ai miei compagni che serve il massimo livello di concentrazione. Duri nei contrasti, senza paura. Con il River abbiamo vinto con la tecnica, ma contro il Flu servirà ancora più qualità”.
Il ricordo di Monaco e la crescita di Esposito
Il discorso tocca anche il passato recente. Alla domanda se la sfida contro un avversario così duro serva come reazione dopo il bruttissimo epilogo della Champions, il laterale nerazzurro è netto: “La Champions è lontana. Sono passate tre partite. Bisogna ricordare gli errori, ma guardare avanti. Il calcio offre sempre nuove occasioni e questa lo è”. Poi una riflessione su Pio Esposito, autore di un’ottima prova contro il River: “Ha una maturità incredibile per la sua età. Non serve proteggerlo troppo, si gestisce bene da solo. Bisogna solo lasciarlo tranquillo, senza troppe pressioni. Non si può pensare che debba sempre segnare”.
Chivu punta sulla verticalità e sull’aggressività
Il brasiliano riserva poi grande attenzione alla trasformazione tattica già molto visibile nel lavoro impostato da Cristian Chivu. Carlos Augusto non usa mezzi termini per spiegare il nuovo approccio: “Abbiamo avuto poco tempo per lavorare, ma ci conosciamo a fondo. Basta poco per connetterci, anche con idee leggermente diverse”. L’ex tecnico della Primavera ha infatti modificato alcuni automatismi. “Il mister ci chiede più verticalità dopo la palla recuperata. Più pressione quando perdiamo il possesso. Forse anche più cattiveria: combattere senza paura di fare fallo”. Il brasiliano conferma che questo approccio ha già prodotto risultati concreti, come visto nel match vinto contro il River Plate. “Stiamo provando a sentirci più liberi, anche mentalmente. Poi con la tecnica che abbiamo, possiamo fare la differenza”.
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