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Inter-River Plate: le pagelle della Gazzetta dello Sport

Contro il River Plate arriva una vittoria pesante per l’Inter di Chivu, che mostra idee chiare e raccoglie buoni voti in quasi ogni reparto.
Contro un River aggressivo, l’Inter costruisce una prestazione solida in ogni zona del campo: questi i giudizi della Gazzetta dello Sport. In difesa, Bastoni (7,5) giganteggia su Mastantuono e trova anche il gol con una progressione da trequartista più che da centrale. Il centrocampo tiene botta nei momenti più fisici della sfida, con Barella (6) ed Asllani (6,5) a intermittenza, ma comunque efficaci nella gestione. Davanti, Lautaro (7) mette in campo tutto il suo mestiere: contrasti duri, sponde e conclusioni pericolose. Anche se manca il gol, l’argentino guida l’attacco con presenza.
Mkhitaryan splendido, Sucic si prende la scena
In mezzo al campo spicca ancora una volta Mkhitaryan (7,5), autore di una gara intelligente, intensa e spesso decisiva nella rottura degli equilibri. Ogni accelerazione dell’armeno porta insicurezza nella difesa del River, che spesso va in affanno. Sucic (7) continua a crescere: il croato gioca con maturità, serve l’assist del 2-0 e mostra qualità nel palleggio. In fascia, Dumfries (6,5) risponde presente, mentre Dimarco (6) garantisce il consueto apporto offensivo, anche se manca il guizzo finale. Da segnalare anche l’impatto di Carlos Augusto (6,5) e Carboni (6), entrati nel finale con lo spirito giusto.
Il migliore è Pio Esposito: ora l’Inter ci pensa davvero
Il voto più alto va a Pio Esposito, premiato con un 8 dalla Gazzetta dello Sport. È lui il migliore in campo nel 2-0 che qualifica l’Inter al primo posto nel girone. Segna un gol da centravanti completo, lotta come un veterano e dialoga con i compagni come se fosse in prima squadra da anni. La sensazione, sempre più netta, è che possa restare davvero alla corte di Chivu (7,5) anche nella prossima stagione. Il tecnico lo valorizza al meglio, come dimostrano le parole di elogio che arrivano anche dall’interno dello spogliatoio. Un attaccante presente, non del futuro: e a questo punto, l’Inter inizia a guardarlo con occhi diversi.
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