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Inter, dubbi e critiche su come la società ha affrontato il dopo Inzaghi

Dopo l’addio a Simone Inzaghi, in casa Inter si accende il dibattito sulle decisioni prese in queste settimane e sull’impostazione del nuovo ciclo.
La separazione tra l’Inter e Simone Inzaghi ha aperto un capitolo ricco di domande sul futuro del club. L’annuncio dell’addio è arrivato poco dopo la sconfitta col PSG, ma per Lele Adani i tempi della decisione lasciano perplessi. L’ex difensore ha parlato apertamente della gestione della situazione, ponendo interrogativi su come siano state valutate le alternative. Adani ha sottolineato che, secondo lui, sarebbe stato più utile pianificare per tempo la sua successione, iniziando a valutare i profili utili per dare seguito al percorso tecnico avviato. Una transizione costruita in modo più razionale avrebbe permesso di arrivare alla scelta del nuovo allenatore con maggiore consapevolezza. La gestione dell’Inter e di Inzaghi nelle ultime settimane di maggio sta facendo molto discutere tuttora.
Inter, secondo Adani serviva più progettualità
Nel corso della trasmissione ‘Viva el Futbol’, Adani ha spiegato perché la decisione della dirigenza lo ha lasciato perplesso. A suo avviso, una società come l’Inter dovrebbe muoversi sulla base di una strategia solida, con un profilo tecnico in linea con un’idea chiara di calcio e sviluppo. Ha citato esempi come De Zerbi e Fabregas: “L’Inter ha bisogno di un allenatore che si inserisca in un progetto strutturato, non di decidere in base a chi è libero o chi può essere liberato, come De Zerbi o Fabregas. Non ho visto una ricerca profonda, non ho visto visione“. Pur riconoscendo alla dirigenza grande competenza nella gestione economica e nel rapporto tra costi e risultati, Adani ha espresso il timore che questa volta si sia scelto più per contingenza che per convinzione.
La critica al metodo e le parole su Chivu
La nomina del rumeno ha suscitato sorpresa, non per mancanza di stima nei suoi confronti, ma per l’assenza di un percorso definito. Secondo Adani, Chivu ha qualità, serietà e una buona conoscenza dell’ambiente nerazzurro. Tuttavia, l’impressione è che il suo arrivo in prima squadra sia stato deciso senza un filo logico. Non si tratta di una bocciatura personale, anzi. L’ex difensore ha riconosciuto che il tecnico ha lasciato un buon ricordo nella sua ultima esperienza a Parma. Ma per affrontare una panchina come quella dell’Inter, Adani si aspettava un processo più lineare, costruito su fondamenta tecniche e progettuali più solide.
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