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Veron non fa sconti all’Inter ma promuove il progetto Chivu

Veron commenta la stagione dell’Inter e riflette sul futuro nerazzurro, con parole che non passano inosservate.
Durante la Milano Football Week ha preso la parola anche Juan Sebastian Veron, uno dei volti noti del calcio internazionale passato anche dall’Inter. Invitato per raccontare la sua esperienza da calciatore, l’argentino ha parlato sul palco con toni distesi ma contenuti, mostrando lucidità e attenzione per i dettagli. Alla platea ha trasmesso pensieri legati non solo alla sua carriera, ma anche alla stagione vissuta dai nerazzurri, appena conclusa con una delusione difficile da archiviare e anche da giudicare: in tal senso fanno discutere le parole di un ex centravanti.
Cosa non ha funzionato davvero
Nel corso del suo intervento, Veron ha spiegato come a suo avviso l’Inter sia arrivata scarica alla finale europea: “Avesse vinto lo Scudetto, forse sarebbe andata in maniera diversa. Il PSG all’inizio non convinceva, poi si è acceso. A quel punto, tutti guardavano l’Inter e il Barcellona. I nerazzurri invece sono arrivati stanchi, sotto pressione, non hanno mai toccato palla davvero”. Un’analisi che lascia poco spazio alle interpretazioni. A margine, intervistato anche da Gazzetta.it, l’ex centrocampista ha aggiunto: “Nel calcio bisogna rialzarsi, perché non puoi fare altrimenti. Per i tifosi è diverso, ma quando lavori un anno intero e perdi così… capisco che non è semplice. Ora è cambiato l’allenatore, arriveranno nuove idee e nuovi obiettivi. Devi puntare lì per ripartire”.
Tra Inzaghi e il nuovo corso
Veron ha espresso anche un pensiero su Simone Inzaghi, spiegando come secondo lui sia stato giusto fare un passo indietro: “Se avesse voluto restare, avrebbe dovuto modificare molto la rosa. Ma ha allenato sempre quel gruppo, con cui ha vissuto tanti momenti belli. Quando sei legato a quei giocatori, forse preferisci lasciare”. A sorpresa, l’Inter ha puntato su Cristian Chivu, reduce dall’esperienza a Parma. Veron non ha fornito un giudizio tecnico diretto, ma ha sottolineato un punto: “La verità è che non so come lavori ma ritengo che una società come l’Inter, con la gente che lavora nell’Inter, abbia preso una scelta e fatto una ricerca in base a come lavora, a come si rapporti col gruppo. Una scelta sì coraggiosa, forse qualcuno si aspettava qualcuno con più esperienza ma alla fine hai una buona dirigenza e ti affidi a quello che pensa”. Un modo per riconoscere l’azzardo, ma anche il progetto alle spalle.
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