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Inter, vittoria inutile? A giugno più di qualcuno finirà sul banco degli imputati

I nerazzurri trionfano col minimo scarto contro gli scaligeri ma restano secondi in classifica: secondo molti lo Scudetto è andato.
Con il pensiero rivolto alla sfida europea contro il Barcellona, l’Inter ieri ha affrontato il Verona con un undici completamente rinnovato riuscendo a portare comunque a casa tre punti preziosi. La partita non ha regalato grandi emozioni, ma ha rispettato le aspettative di chi si attendeva una serata di ordinaria amministrazione. Il rigore trasformato da Asllani ha permesso ai nerazzurri di sbloccare il punteggio senza mai rischiare troppo. Il Verona, privo di motivazioni reali e abbastanza tranquillo nell’ambito della lotta salvezza, ha recitato il ruolo di comparsa, senza mettere pressione a una squadra concentrata più sul prossimo appuntamento europeo che sulla lotta in campionato. La gara di ieri era comunque molto importante per i nerazzurri ed infatti alcuni verdetti emessi hanno fatto scalpore.
Un turnover estremo giustificato dal calendario e dalla classifica
L’ampio turnover deciso da Inzaghi non ha sorpreso. Il successo del Napoli nel pomeriggio ha confermato che lo Scudetto sembra diretto proprio in Campania; la Gazzetta dello Sport però pone l’accento su alcuni numeri difficili da ignorare se paragonati a quelli della scorsa stagione. L’Inter ha ottenuto 15 punti in meno, ha segnato meno e incassato di più. Non basta citare la stanchezza per spiegare il calo. Ci sono stati momenti di blackout evidenti: le due sfide contro la Juventus, i punti lasciati per strada con le squadre di bassa classifica, il misero bottino contro il Milan. Eppure, nonostante tutto, la classifica recita ancora un meno 3 dal Napoli. Un dato che non consola, ma che fa riflettere sul margine non sfruttato.
Dubbi di mercato e rimpianti che bruciano sotto la superficie
Il finale di stagione lascia spazio a valutazioni più profonde, che non riguardano solo la corsa scudetto. Secondo il quotidiano, la rosa dell’Inter era abbastanza profonda da reggere la doppia competizione. Lo ha dimostrato con tratti di calcio straordinario e numeri offensivi da capolista. Ma la gestione non sempre ha valorizzato al meglio gli investimenti. Taremi, riserva tra le riserve contro il Verona, non ha inciso. Zielinski, ancora una volta tra i peggiori in campo, ha confermato le difficoltà di adattamento. E mentre a San Siro si fatica a trovare risposte, altrove fioriscono esempi opposti: Raspadori continua a segnare gol pesanti, McTominay ha spostato gli equilibri, Buongiorno è diventato leader della difesa più solida del campionato. L’Inter aveva l’opportunità di andare incontro ad una stagione storica, invece a giugno qualcuno farà i conti con quello che poteva essere.

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