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Inter, il problema non è fisico? Il telecronista smonta una certezza e svela due cause sorprendenti

I nerazzurri si trovano in crisi: sono tanti i pareri sui fattori che hanno portato a questa flessione inattesa.
Nel suo appuntamento settimanale su YouTube, Fabio Caressa ha commentato la 34esima giornata di Serie A soffermandosi sull’Inter e sul momento complicato che sta attraversando. Secondo il giornalista qualcosa ha iniziato a incrinarsi. L’idea che l’Inter fosse troppo stanca è diventata quasi una scusa ripetuta, secondo lui, anche all’interno del gruppo squadra. Una convinzione che può avere un effetto paradossale: se pensi di essere stanco, lo sarai ancora di più. La fatica esiste, ma è un ostacolo da superare, non una condanna inevitabile: ci sono parecchi focus che dati alla mano smontano questa tesi. E quando inizia a diffondersi un certo tipo di racconto, può diventare più influente della realtà.
La gestione del vantaggio è stata decisiva
Per Caressa, le difficoltà in ottica Scudetto non vanno cercate nella recente sconfitta con la Roma, ma in momenti molto precedenti. Il campionato, a suo dire, è stato compromesso quando l’Inter ha mancato l’opportunità di costruirsi un margine solido nelle settimane in cui il Napoli arrancava. In quel periodo, con meno impegni e meno pressione, serviva maggiore concretezza. Arrivare in semifinale di Champions League comporta inevitabilmente un prezzo sul piano mentale. Per questo, chi lotta su più fronti deve saper programmare. L’errore è stato non prevedere che ad aprile e maggio ci si sarebbe ritrovati con le energie al limite. Il tema delle “due squadre” viene spesso sollevato, ma secondo Caressa è una lettura superficiale: tutte le rose hanno limiti, il problema è quanto le seconde linee siano distanti dai titolari in termini di qualità.
Errori di mercato e narrazioni sbagliate
Le vere colpe non stanno solo nella fatica o nel calendario, ma anche in alcune scelte sbagliate. I rincalzi di quest’anno hanno reso meno del previsto. Taremi, comprato per dare respiro a Thuram e Lautaro, ha deluso. Correa non ha mai inciso, Arnautovic ha fatto poco. A centrocampo, Asllani è lontano dal livello di Calhanoglu. In difesa, Bisseck ha qualità ma non è ancora affidabile quanto Pavard o Bastoni. A sinistra, Carlos Augusto ha tenuto botta. Questo tipo di narrazione sulla “rosa profonda” ha creato un’illusione. Anche Caressa ammette di aver contribuito a costruirla. E ora l’Inter paga quel racconto, più che la fatica. Una stagione così intensa richiedeva una gestione diversa, dentro e fuori dal campo.

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