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Una frase, mille polemiche: eppure il punto più inquietante è un altro

Il video di Saviano ha scatenato una bufera contro l’Inter, ma oltre questo c’è un dettaglio passato inosservato che potrebbe cambiare tutto.
L’Inter ha perso 1-0 col Bologna, una gara che potrebbe avere ripercussioni incredibili su tutta la stagione dei nerazzurri e che è stata condizionata da veementi polemiche. Dopo la vittoria dei rossoblù, un episodio extracalcistico ha oscurato per qualche ora il commento tecnico della partita. Protagonista Roberto Saviano, scrittore da anni impegnato nel racconto della criminalità organizzata. Nel post gara, ha pubblicato un video in cui, facendo riferimento al gol di Orsolini, ha parlato di una rete “contro la curva più ndranghetista del Paese”. Un’affermazione durissima che ha immediatamente sollevato un polverone tra i tifosi nerazzurri. L’accusa, seppur non nuova nel panorama delle inchieste sul tifo organizzato, ha colpito nel vivo il popolo interista per i toni utilizzati. A far discutere non è stata solo la forma, ma soprattutto la sostanza del messaggio.
Le reazioni dei tifosi e il silenzio dell’Inter
I social hanno fatto da cassa di risonanza al video e, come riporta Tuttosport, i tifosi dell’Inter hanno chiesto a gran voce una presa di posizione ufficiale del club. L’Inter, invece, ha scelto la strada del silenzio. Nessuna dichiarazione, nessuna nota. Una scelta precisa, probabilmente per evitare di amplificare le parole dello scrittore e alimentare una polemica già infuocata.
La smentita parziale e la posizione della Procura
Il giorno successivo, Saviano ha corretto il tiro, spiegando di non aver voluto insultare i tifosi nerazzurri. Secondo lo scrittore, la sua frase si riferiva a un’infiltrazione attuale nella curva dell’Inter, definita “la più esposta d’Italia”. Ha aggiunto che a suo giudizio la società non avrebbe fatto abbastanza per contrastare certe presenze, finendo per subirne l’influenza. Una visione personale che, però, contrasta con quanto dichiarato dal procuratore di Milano Marcello Viola. Nel giorno degli arresti legati a indagini sul tifo organizzato, Viola ha spiegato che le società coinvolte, Inter compresa, vanno considerate come “parti offese”, danneggiate dai comportamenti dei soggetti finiti sotto inchiesta.

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