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Cassano fa un nome choc: è davvero più forte di Barella?

L’ex fantasista conferma ancora una volta di non ammirare più di tanto il centrocampista sardo vicecapitano nerazzurro.
Col suo consueto stile senza filtri, Antonio Cassano torna a far discutere con dichiarazioni destinate a creare polemiche. Intervenuto durante il programma Viva El Futbol, l’ex attaccante ha preso di mira l’Inter di Inzaghi, pur riconoscendole il merito della semifinale di Champions conquistata. Nonostante il traguardo europeo, per Cassano i paragoni con la squadra del Triplete del 2010 sono impietosi. “Quella del 2010 dava 10-0 a questa”, ha detto senza esitazioni, sottolineando come la profondità della rosa di Mourinho fosse superiore anche oltre l’undici titolare. Secondo lui, nessun giocatore attuale sarebbe stato titolare in quell’Inter: troppa la distanza in termini di qualità e carisma. E sul campionato, l’accusa è ancora più dura: l’Inter, con la sua superiorità, doveva già aver chiuso i giochi con largo anticipo. Su questo argomento c’è chi è d’accordo con lui ed arriva a quantificare i punti persi in Serie A.
Barella e Bastoni sotto accusa
Cassano non si limita a parlare di squadra, ma punta il dito contro singoli giocatori che, a suo dire, godrebbero di una considerazione eccessiva. A finire sotto la lente sono soprattutto Alessandro Bastoni e Nicolò Barella, due dei cardini della Nazionale e della formazione di Inzaghi. “Se devo scegliere chi affrontare tra Bastoni e Materazzi, scelgo Bastoni tutta la vita”, afferma con ironia tagliente. Il centrale nerazzurro, per Cassano, non è all’altezza del ruolo: lo considera privo di quel mestiere necessario per eccellere in difesa. Non va meglio per Barella, definito un centrocampista sopravvalutato. Cassano lo paragona a Stankovic, facendo capire che il confronto non regge. Anzi, sostiene che in Italia vi sia un solo centrocampista davvero straordinario, capace di fare la differenza in ogni partita.
Il nome che cambia tutto
Si tratta di Stanislav Lobotka. Il regista del Napoli, nel suo pensiero, è superiore a tutti i colleghi nel ruolo, compreso Barella. Non si tratta di una semplice preferenza: per Cassano il confronto è netto. “Se devo scegliere tra lui e Barella, tutta la vita Lobotka”, sentenzia, tracciando una linea chiara tra chi sa dominare il gioco e chi viene soltanto celebrato.

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