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Inchiesta doppia curva: l’ex leader della Curva Nord cambia idea e svela tutto
Dopo settimane di silenzio, un nuovo avvenimento fa tornare in auge l’inchiesta che ha portato all’arresto di 19 ultras dei club meneghini.
Nel mondo del calcio, talvolta le vicende extracampo assumono un’eco tanto ampia quanto le gesta sportive, coinvolgendo direttamente la passione e la vita di tifosi e club.
È il caso della Curva Nord dell’Inter, tradizionale fulcro dell’entusiasmo e del tifo per la squadra meneghina, che si ritrova ora al centro di una vicenda giudiziaria di rilievo. La storia riguarda Andrea Beretta, ex leader ultrà della CN69.
La ricostruzione
L’inchiesta Doppia Curva ha portato alla luce una rete di infiltrazioni criminali all’interno delle curve di Inter e Milan. L’indagine si è focalizzata sulle connessioni tra gruppi organizzati di tifosi e ambienti della criminalità, evidenziando episodi di estorsione, traffico illecito di biglietti e minacce ai danni delle società sportive.
La scelta
Beretta, figura carismatica nel panorama ultrà italiano e in particolare nell’anima più vibrante del tifo interista, negli ultimi giorni ha preso una decisione che modifica radicalmente il suo percorso di vita e, di riflesso, la cronaca nera milanese. Come riporta Il Fatto Quotidiano, dopo aver ponderato a lungo sul proprio futuro, in un contesto di dubbi e riflessioni, Beretta ha scelto di avviare una collaborazione con le autorità giudiziarie. Un incontro svoltosi all’interno delle mura del carcere di San Vittore, involgendo figure di spicco della legislazione e della forza pubblica, ha segnato la svolta per l’ex capo della Curva Nord.
Cambia tutto
La collaborazione di Beretta porta con sé la promessa di rivelazioni in grado di scuotere le fondamenta di alcuni dei più opachi racconti criminali legati alla città di Milano e non solo. La narrazione si dipana attraverso episodi di violenza e crimine, con la figura di Vittorio Boiocchi, altro ex leader della Curva Nord, la cui tragica fine sotto la propria abitazione la sera del 29 ottobre 2022, poco prima del fischio d’inizio della partita Inter-Sampdoria, rappresenta uno dei capitoli più bui della vicenda.
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