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Inter: c’è una cosa che è molto difficile fare dopo aver vinto lo Scudetto
I nerazzurri sono usciti vittoriosi dalla gara di ieri contro la squadra di Di Francesco ma il risultato sarebbe potuto essere anche meno positivo.
Giancarlo Marocchi, ex calciatore ora analista per Sky Sport, ha offerto spunti di riflessione sulla recente prestazione dell’Inter contro il Venezia.
La sua analisi getta luce sulla gestione dell’incontro da parte dei nerazzurri che ha sollevato diversi interrogativi.
La critica
La gara di ieri, considerando l’andamento, sarebbe potuta finire anche con un punteggio di 5-2 ed invece l’Inter è riuscita a segnare solo 1 goal correndo il serio rischio di subirne. L’ex calciatore sottolinea come una squadra che aspira a conquistare lo Scudetto debba puntare a vincere con un margine più sicuro, anche solo un 2-0, per non incorrere in rischi inutili. La partita contro il Venezia ha evidenziato come l’Inter, pur dominando in termini di occasioni create, abbia lasciato troppo spazio all’avversario, compromettendo così la gestione dell’incontro.
L’utilizzo dell’iraniano
Marocchi ha toccato anche il tema delle scelte di Inzaghi, focalizzandosi sulla sostituzione di Lautaro con Taremi. La critica non risiede tanto nella qualità dei singoli, quanto piuttosto nella necessità di trovare un equilibrio che permetta di valorizzare tutti i talenti a disposizione: l’ex calciatore sottolinea come l’ex Porto debba essere utilizzato insieme ai titolari per far sì che mostri veramente cosa è in grado di fare.
La difficoltà dei nerazzurri
L’intervento di Marocchi ha posto l’accento sul cambio di identità dell’Inter: la squadra sembra aver abbracciato una veste più internazionale e aggressiva rispetto al passato. Questa trasformazione si è resa manifesta dopo il conseguimento dello Scudetto della passata stagione ed è stata inconscia. Secondo l’ex centrocampista, tale evoluzione, infatti, ha reso l’Inter meno incline a difendersi. “Dopo aver vinto la Stella è più difficile correre indietro“, il virgolettato di Marocchi.
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