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Inter-Juve: il boomerang di Inzaghi
È chiaro che parlare col senno di poi è molto facile in alcune situazione ma c’è una decisione del piacentino che si è rivelata controproducente nel derby d’Italia.
La questione delle decisioni tattiche in campo, soprattutto quelle riguardanti le sostituzioni di giocatori chiave, diventa sempre più un punto focale nella gestione delle squadre di calcio di alto livello.
Una pratica comune per Simone Inzaghi è quella di sostituire un giocatore ammonito per prevenire il rischio di un’espulsione che potrebbe lasciare la squadra in inferiorità numerica. Tuttavia, questa scelta comporta il rischio di alterare l’equilibrio della squadra, soprattutto se il giocatore in questione sta offrendo una prestazione particolarmente positiva.
Il dilemma
L’allenatore si trova di fronte a una scelta complicata quando un giocatore chiave riceve un’ammonizione: lasciare in campo il giocatore, sperando che gestisca con prudenza l’ulteriore pressione, o sostituirlo per evitare il rischio di un’espulsione? Il Demone predilige quasi sempre la seconda.
L’aspetto da tenere in considerazione
Questa decisione dipende non solo dalle circostanze immediate della partita ma anche dalle caratteristiche e dall’esperienza del giocatore coinvolto. La capacità di un giocatore di gestire strategicamente il proprio gioco sotto la minaccia di un secondo cartellino giallo può essere un fattore determinante.
La sostituzione del francese
La questione torna d’attualità dopo quanto accaduto in Inter-Juventus: la scelta di Simone Inzaghi di sostituire Benjamin Pavard, nonostante la sua prestazione fino a quel momento più che sufficiente, evidenzia una tendenza dell’allenatore a privilegiare la cautela. Il francese è un difensore di fama mondiale e campione del mondo nel 2018 e fino a prima di uscire non aveva mostrato segni di difficoltà nonostante l’ammonizione. Pavard, come fa notare la Gazzetta dello Sport, avrebbe potuto continuare a giocare, anche se c’è da dire che, fin quando era in campo lui, non c’era Yildiz. La sua sostituzione con Bisseck si è rivelata decisamente controproducente, ma, ripetiamo, parlare col senno di poi è facile.
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