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Inchiesta doppia curva: importanti ammissioni di Calhanoglu
Il regista turco è stato ascoltato oggi in Procura riguardo i rapporti che aveva con alcuni esponenti della curva nerazzurra.
Nel cuore del calcio italiano, dove lo sport si intreccia a volte con dinamiche sociali complesse, emerge la figura del centrocampista turco Hakan Calhanoglu.
Ascoltato oggi come testimone dagli investigatori della Squadra mobile di Milano, nel contesto dell’indagine Doppia Curva condotta dalla Dda, il turco ha offerto una dichiarazione che illumina angoli oscuri del rapporto tra calciatori e tifoserie organizzate.
Una questione di riconoscenza
L’ex Milan ha spiegato minuziosamente quali sono stati i suoi rapporti con le figure del tifo nerazzurro che si è scoperto poi avere legami con la ‘Ndrangheta. Interessante è il movente che Calhanoglu adduce per giustificare i suoi incontri con gli ultras: un gesto di riconoscenza. Il centrocampista sottolinea come la Curva Nord abbia esposto uno striscione di solidarietà dopo il devastante terremoto che ha colpito Turchia e Siria nel 2023. Come segno di gratitudine, il regista ha donato alcune delle sue maglie da gioco a fini benefici, destinate alle iniziative per i bambini ricoverati in ospedale.
L’ammissione
Particolarmente rivelatrice è la reazione di Calhanoglu alla scoperta dell’identità di Antonio Bellocco. Appresa la notizia dell’omicidio di quest’ultimo, il giocatore riconosce di aver collegato il nome alla figura del noto erede del clan di Rosarno solo dopo aver visto la sua fotografia sui media.
Un incontro contestato
La testimonianza di Calhanoglu rivela che lui ha avuto incontri con Marco Ferdico e Antonio Bellocco, figure di spicco della Curva Nord. Tuttavia, Calhanoglu nega con fermezza di aver mai condiviso cene con questi e le loro famiglie. Nonostante ciò, come scritto già sopra, il turco ha ammesso di aver avuto rapporti con loro anche se la società gli aveva intimato di non mantenere contatti con queste personalità.
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