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Berardi è tornato e manda messaggi: chiaro il suo obiettivo
L’attaccante esterno del Sassuolo Mimmo Berardi ha rimesso piede in campo pochi giorni fa dopo la rottura del tendine d’Achille.
La Gazzetta dello Sport ha intervistato Domenico Berardi che ha parlato del suo passato e del suo futuro. “Se mi sento sottovalutato? Se guardo i numeri, un po’ sì. In fondo io ho giocato e segnato sempre in una squadra che non lottava per lo scudetto o per le coppe. Quella classifica dice che faccio parte di un gruppetto composto da grandi calciatori e io sono un esterno, non un centravanti”.
“Mi sono sempre caricato contro squadre importanti e negli stadi mitici. Quando gioco a San Siro, per citarne uno, vivo il sogno di ogni bambino e do il massimo per dimostrare sempre di poter stare in un posto così magico. E mi godo un’altra soddisfazione: so di essere l’idolo indiscusso dei fantallenatori e va bene così”.
Il legame con il club neroverde
“Il Sassuolo è la mia seconda famiglia e non è un modo di dire. Non dimenticherò mai il rapporto con il dottor Squinzi e sua moglie, che mi hanno trattato come un figlio e mi hanno fatto crescere. Era amore reciproco. E anche con Giovanni Carnevali c’è un legame simile”.
L’infortunio
“Mi è crollato il mondo addosso. Soffrivo per non poter aiutare il Sassuolo e perché all’Europeo tenevo molto. Quando stai fermo a lungo, puoi solo pensare e allora cercavo di ricordare le cose belle. Mia moglie Francesca e i nostri figli mi hanno aiutato davvero tanto, i primi due mesi sono stati durissimi. Vivevo buttato sul divano”.
Voglia di cambiare squadra
“Fino a 26-27 anni non mi sentivo maturo. Io voglio giocare sempre e in quegli anni rifiutavo l’idea del turnover e della panchina. Forse era anche mancanza di fiducia nei miei mezzi, non credevo in me al 100%. Non ho rimpianti, nel frattempo ho capito, sono maturato e da due-tre anni sono pronto. L’anno scorso volevo andare alla Juve, ma i club non si sono accordati. Io ci rimasi male, ho litigato con la società perché era il momento giusto. Ma poi ho voltato pagina e ho ripresa a dare tutto per il Sassuolo”.
Il desiderio
“Da tre anni a questa parte ci penso sempre. La musica della Champions la voglio sentire dal campo. È un’ambizione profonda che voglio soddisfare”.
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