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Una sentenza odierna può cambiare per sempre il calciomercato per come lo conosciamo
Potrebbe essere l’inizio di una rivoluzione: al momento sono diversi gli addetti ai lavori che parlano di una sentenza Bosman 2.0.
Stamattina un evento ha scosso le fondamenta del sistema di trasferimento dei giocatori, attirando l’attenzione di tifosi, club e istituzioni sportive a livello globale. La pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, attesa da ben un decennio, ha rivoluzionato i parametri entro i quali un calciatore può passare da un club all’altro, insidiando normative che sono state a lungo considerate intoccabili. Questo storico verdetto non solo mette in evidenza le tensioni tra la normativa europea e le regole della FIFA, ma apre anche un nuovo capitolo nella storia dei trasferimenti nel calcio professionistico.
Il caso Diarra: una pietra miliare
Il ricorso che ha portato a questa sentenza è stato quello presentato dall’ex nazionale francese Lassana Diarra (ha giocato anche nel Real Madrid), a seguito della controversia legata al suo trasferimento dal Lokomotiv Mosca allo Charleroi (in Belgio). La decisione della Corte di giustizia, quindi, non solo favorisce Diarra ma, come riporta il Corriere della Sera, potrebbe avere ripercussioni significative per l’intero sistema calcistico, cambiando il modo in cui vengono gestiti i trasferimenti di giocatori nell’Unione Europea.
Libertà di movimento e regole FIFA
La questione centrale trattata dalla Corte è stata quella delle normative FIFA riguardanti il trasferimento dei calciatori professionisti. Queste norme, come interpretate finora, imponevano che, in caso di rescissione del contratto da parte di un giocatore senza “giusta causa” e prima della scadenza naturale dello stesso, sia il giocatore che il club che lo acquisisce dovessero risarcire la squadra precedente. Potevano inoltre esserci ulteriori sanzioni contro la nuova squadra, inclusi divieti temporanei di tesseramento di nuovi giocatori. A tutto ciò, la Corte ha risposto stabilendo che tali regole contrastano con il diritto dell’Unione Europea, sottolineando come esse possano ostacolare la libera circolazione dei lavoratori – in questo caso, dei calciatori professionisti – all’interno dello spazio comunitario.
La reazione della FIFA
Nonostante la portata rivoluzionaria del verdetto, la FIFA ha mantenuto una posizione cauta, sottolineando che la sentenza metterebbe in discussione solamente “due paragrafi” delle normative internazionali sui trasferimenti. La confederazione mondiale ha inoltre dichiarato di voler “analizzare la decisione” prima di esprimere ulteriori commenti, e si è detta “soddisfatta” nel vedere riconfermata la legalità dei principi chiave del sistema dei trasferimenti.
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