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L’ex dirigente dell’Inter è preoccupato per l’inchiesta ma mostra una soluzione definitiva
L’ex amministratore delegato dell’Inter Ernesto Paolillo sostiene che i nerazzurri avrebbero dovuto investire più soldi nella difesa.
Sportitalia ha intervistato Ernesto Paolillo che ha parlato della stretta attualità di casa Inter. “Sono molto ottimista perché vedo la squadra migliorare pian piano. Dimenticandoci di Monza e del derby, tutto il resto è assolutamente accettabile. Addirittura super la partita di Manchester. Se entrano con quel piglio, beh questa partita con la Stella Rossa può portare una vittoria importante”.
Il ritorno al goal di Lautaro
“Parliamoci chiaro: a tutti gli attaccanti capitano i periodi di blackout, lui era maggiormente giustificato dall’estate dove ha giocato e lavorato tanto. Che si sarebbe ripreso non era in dubbio per me, perché ha classe e quella non scompare”.
Il problema dei goal subiti
“È da tanto che dico che secondo me il settore dove servivano i maggiori innesti fosse la difesa. Per l’età media alta: prima di tutto per un discorso di condizione che ci mette di più ad arrivare, poi perché di colpo può arrivare un calo. È arrivato Palacios che credo vedremo all’opera, speriamo bene. Quello che mi preoccupa sono le distrazioni improvvise che ci sono state anche a Udine, dove abbiamo rischiato anche il 3-3. Abbiamo preso due gol che si potevano assolutamente evitare. Nel derby su quel gol del 2-1 rossonero non eravamo sistemati benissimo per gli standard interisti”.
L’inchiesta che ha evidenziato le malefatte degli ultras
“È indubbio che tutto questo preoccupi. E’ altrettanto indubbio che questi rapporti fra tifoseria ed elementi del club ci siano dappertutto, non solo a Milano. La soluzione l’hanno trovata inglesi e tedeschi facendo stadi nuovi, così da ripulire le tifoserie. Se si fanno stadi da 50mila persone anziché 80mila si possono scegliere anche gli spettatori. La questione poi intristisce non soltanto il tifoso milanese, ma anche il cittadino milanese. Perché Milano merita che le proprie squadre giochino in stadi all’avanguardia, che possano sopravvivere 7 giorni su 7, offrendo una varietà di temi oltre al calcio che facciano vivere la città e che al tempo stesso portino soldi alla città e non solo alle squadre”.
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