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Inter, troppe disattenzioni: può incidere la “natura” di Inzaghi
Il giornalista Luigi Garlando sottolinea i problemi di attenzione e concentrazione che la squadra di Inzaghi sta evidenziando.
Luigi Garlando sulla Gazzetta dello Sport parla dell’avvio di stagione a due facce dell’Inter: “A differenza di Motta, Inzaghi non deve cucire un vestito nuovo per l’Inter. Quello che ha messo addosso ai suoi ragazzi è perfetto, certificato da uno scudetto e da una finale di Champions. Il problema è che, forse, si sono stufati di indossarlo“.
La passata stagione
“La seconda stella è stata un’impresa etica prima che tecnica, una cavalcata senza pause, con la massima applicazione anche nei contesti di provincia meno eccitanti”.
Brutta tendenza
“La seconda stella è stata un’impresa etica prima che tecnica, una cavalcata senza pause, con la massima applicazione anche nei contesti di provincia meno eccitanti. La stanchezza spiega la forbice spalancata tra la prestazione contro il City e quella contro il Milan. Se, pur restando la squadra più fisicata, l’Inter comincia a prendere gol da fermo che prima non prendeva; se va in svantaggio come prima difficilmente accadeva, perché sbranava la partita al primo morso, significa che attenzione e concentrazione sono in riserva”.
Differenze
“Inzaghi non è Conte e neppure Gattuso, sarebbe poco credibile come sergente di ferro da sfuriate. In tre anni, la squadra lo ha sempre seguito, anche nella primavera nera del 2023, quando sembrava appeso a un filo. Ora, per evocare il furore perduto, dovrà provvedere in altro modo. Per esempio, smanettando il turnover che non ha mai amato”.
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