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Mirabelli: “Sempre creduto in Calhanoglu, se fosse al Milan il distacco con l’Inter forse sarebbe ribaltato”
L’ex direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli è colui che portò per primo il turco in Italia.
Tuttosport ha intervistato Massimiliano Mirabelli che ha parlato di Hakan Calhanoglu e del suo addio al Milan con conseguente approdo all’Inter a parametro zero. “Ci ho creduto veramente. Fassone mi diede grande forza, dicendomi: ‘Massimo, se pensi sia forte, prendiamolo, non mi in teressa del resto’. Quando Montella venne esonerato dal Milan, si lamentò di averlo trovato nello spogliatoio. O meglio, che non fosse un calciatore scelto da lui, ma da me. Il suo procuratore sottolineò come il ragazzo avrebbe gradito la 10. Gli promisi quella casacca solo se avesse fatto un lavoro importante a casa, dato che lo incontrammo prima del suo trasferimento a Milano. Al Milan ha ricoperto tanti ruoli e fu protagonista”.
Il rapporto con lui al giorno d’oggi
“Lo sento ancora affettuosamente. Mi chiama “father”, papà, visto che sono stato importante per la sua carriera, il suo padre calcistico. Non l’avessi portato al Milan, avrebbe forse rischiato di perdersi”.
Sul passaggio all’Inter
“Quando si passa da una sponda all’altra è normale che ci siano certe reazioni. I rossoneri sanno di aver perso un giocatore importantissimo. Via per 500 mila euro? La verità è un’altra. Qualcuno voleva cancellare il lavoro che era stato fatto. Il Milan doveva lottare per tenerlo, non lasciarlo andare via gratis come successo poi anche con Donnarumma e Kessié. I tifosi al Milan lo ammiravano. Oggi pensano che abbia tradito i rossoneri, ma non è così. È il Milan che non ha voluto trattenere Calhanoglu, non Calhanoglu che se n’è voluto andare via dal Milan”.
Rimpianto
“Oggi fa la differenza. Quei punti di distacco che ci sono adesso tra Inter e Milan, forse sarebbero stati ribaltati se Calha fosse rimasto. I rossoneri devono mordersi le mani per quanto accaduto”.
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