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Pinamonti: “Icardi ha fatto tutto per me, Lukaku un gigante buono”
La punta dell’Empoli ma di proprietà dell’Inter si confessa in una intervista molto personale. Ecco le sue parole.
Il gol all’Inter, la speranza di tornare a San Siro ma con la maglia nerazzurra. E poi le critiche e i giudizi. Andrea Pinamonti racconta a SportWeek il suo momento d’oro. Dopo la doppietta al Napoli, il gol a San Siro che ha solamente illuso i suoi. In tanti lo vorrebbero di nuovo ad Appiano. Ecco le sue parole.
Quale domanda farebbe Pinamonti a Pinamonti?
“Quella sul mio futuro. Sto vivendo appieno questo momento di felicità, che dura da inizio stagione, e, credimi, non sto per niente pensando a quello che sarà. Voglio godermi questo periodo proprio perché so che torneranno giorni meno positivi, quando, come dicevo prima, cambieranno di nuovo i giudizi nei miei confronti”.
Sull’etichetta di predestinato
“Zero. Al contrario di ciò che pensano molti, sono un ragazzo umile. Un’etichetta del genere mi stimola soltanto”.
La pressione
“Anche quello è un peso relativo. Se vuoi arrivare in alto, devi sopportare ogni tipo di pressione. Dall’esterno un ingaggio del genere, alla mia età, può sembrare un’esagerazione, ma come tante altre nel calcio. Non mancano critiche e insulti per questo motivo, ma ho imparato a non dargli peso”.
Sui complimenti ricevuti da Zhang e Ausilio dopo la doppietta al Napoli. Per la serie “Ora vi siete accorti di me”?
“Sono cose di cui si parlerà più avanti. In quel momento bastava il grazie”.
Dalla Primavera alla prima squadra
“Più che altro ci ho sperato. Quei gol mi hanno dato autostima e responsabilità. Ma i giocatori che dalla Primavera sbocciano subito tra i grandi si contano sulle dita di una mano. Io ho dovuto affrontare un normale percorso di crescita”.
L’anno scorso hai messo insieme appena 163 minuti in 8 presenze in nerazzurro: eri rassegnato?
“Quello mai, tant’è che sono sempre rimasto male quando non entravo, che fosse la prima partita di campionato o l’ultima. Con Conte ho parlato prima del mercato di gennaio, dicendogli che avrei voluto andare a giocare. E lui, sincero, mi fa, più o meno: “Preferisco che resti qua. Non sei la prima scelta, ma ti alleni bene e non crei problemi. E poi, restando, puoi imparare molto di più che andando via””.
È stato così?
“La partita è sempre meglio di un allenamento, specie alla mia età, ma quando in allenamento sei marcato da gente come Skriniar o De Vrij fa tutta la differenza di questo mondo. E col mister ho imparato cosa vuol dire mentalità vincente“.
I tuoi idoli sono Ibra e Icardi.
“Ibra l’ho visto quando sono entrato all’Inter. È una miscela di caratteristiche tecniche e atletiche che solo lui possiede in misura così alta. E poi, la mentalità… Icardi è completamente diverso da come viene dipinto per la sua vita fuori dal campo: è un ragazzo bravissimo che ha fatto di tutto per me quando ho iniziato a vivere da solo a Milano. È il mio centravanti ideale: in area si muove come nessuno, trasforma in gol ogni mezza palla che arriva”.
E Lukaku?
“Un gigante buono. In A la sua potenza fisica faceva la differenza, in Premier fa più fatica perché ce ne sono tanti altri grossi come lui”.
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