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Quei 70 minuti che fanno sperare e il problema del gol (subito): l’Inter beffa se stessa
I nerazzurri confermano la loro allergia alle grandi sfide in Europa: i motivi di una sconfitta.
Ci risiamo: 70 minuti giocati alla pari (o forse meglio) degli avversari e poi la beffa. Il gol di Firmino è una mazzata troppo pesante dal punto di vista psicologico per sperare in una reazione. L’Inter incassa anche lo 0-2 di Salah e saluta la Champions. Riavvolgiamo il nastro e scopriamo perché questa sconfitta “dobbiamo tenercela stretta”. L’Inter, esattamente come contro il Milan, non riesce ad andare in vantaggio quando lo merita. Il problema del gol sta diventando ingombrante e in Champions non puoi pensare di avere chissà quante occasioni. Un gol in Champions pesa molto di più di uno in campionato.
Il gol di Firmino ha del simbolico: il Dio del calcio ha deciso di punirti perché non lo hai rispettato, mandando in rete una palla che si stampa sulla traversa invece che gonfiare la rete. Sarebbe stata tutta un’altra partita. E poi c’è il problema del gol subito. Possibile che ci sia la responsabilità di Handanovic, poco reattivo ed esplosivo nel tuffarsi su quel pallone dalla traiettoria diabolica. L’episodio che cambia i destini dell’Inter in Champions. Beffa delle beffe: Firmino è una seconda scelta di Klopp e si alza da quella panchina molto più ricca e varia di quella dei nerazzurri. Non possiamo recriminare sull’assenza di Barella (Vidal ha giocato molto bene) ma un’Inter al completo, forse, avrebbe terminato questa gara in crescendo. La bellezza del calcio è che il risultato finale non è sempre lo specchio della prestazione in campo. L’Inter si riscopre più matura e più europea: questa è la strada da seguire. Il lavoro di Inzaghi, fin qui, è eccezionale, al netto di un calendario che avrebbe tagliato le gambe a chiunque. Ora testa al campionato, c’è una seconda stella da andare a prendere.
di Riccardo Amato
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